free page hit counter

Ma quante bufale su questi “insetti” – aggiornamento

Una raccolta di bufale, false credenze e corbellerie entomologiche sugli insetti e altri artropodi che stanno viaggiando nella rete e non solo.

Penso che molti di voi abbiano letto una serie di notizie allarmanti su alcuni insetti estremamente pericolosi per l’uomo.

Queste pseudo notizie hanno suscitato ilarità nelle persone che hanno un contatto più diretto con questo mondo, ma allarmismo nelle persone che invece non lo conoscono affatto.

Ho pensato di mettere insieme una serie di bufale, false notizie e credenze su questi bistrattati animali.

Bufala 1.

Se vedete questo insetto nella vostra casa uscite immediatamente! E chiamate qualcuno che vi aiuti! La ragione è spaventosa!

Nell’articolo si parla inizialmente di un insetto e si mette la foto di un altro che non c’entra niente, e già questo è indice di … il turpiloquio sarebbe d’obbligo ma lasciamo perdere.

Si nomina infatti la zanzara Aedes aegypti,(foto di sinistra) ma viene rappresentato un altro insetto appartenente alle Reduvidae (foto di destra) ed effettivamente portatore di malattie, ma nel SUDAMERICA.

Sul territorio italiano non sono presenti reduvidi ematofagi e comunque non sono vettori di patogeni, quindi NESSUN PERICOLO.

bufale
1 bufala – Zanzare vs. cimici

Bufala 2.

Sbarca sul nostro continente l’insetto più velenoso al mondo. Già le prime vittime.

Povera mosca scorpione, definita farfalla ??? si secondo il falso articolo saremmo già di fronte ad un’invasione di farfalle velenose e precisamente le Lybella Clormadinone.

Peccato che questa fantomatica farfalla “Lybella Clormadinone” non esista. Innanzitutto, le immagini usate risalgono alla Panorpa communis, dell’ordine dei Mecotteri, comunemente nota come mosca scorpione e diffusa in gran parte dell’Europa. Insetto onnivoro, si nutre principalmente di succhi vegetali, muschi e di piccoli insetti morti (o in procinto di), e depone le proprie uova direttamente sul terreno. La protuberanza che ha donato all’insetto il soprannome di “scorpione” è in realtà uno strumento piuttosto INNOCUO per l’uomo: si tratta dell’organo genitale esterno del maschio.

Mosca scorpione maschio
Mosca scorpione maschio – by fotoantologia.it

Bufala 3.

Calabroni giganti killer arrivano in Europa.

Ne avevo già parlato esaurientemente qui Link , ma vediamo di fare un sunto.

L’errore di specie

Tra il 2004 e il 2005 venne erroneamente introdotta in Francia proprio la Vespa velutina, la quale però non è pericolosa come la sua cugina asiatica, la Vespa mandarina.

Come le comuni vespe diffuse in Europa è dotata di un pungiglione e presenta un comportamento discretamente aggressivo nei confronti dell’uomo. Secondo gli entomologi la sua pericolosità, per gli uomini e i mammiferi in genere, va paragonata a quella delle altre vespe europee. Diversa è invece la sua pericolosità per le api, di cui si nutre, soprattutto per quanto riguarda le specie europee.

Miti da sfatare

1. Dopo una guerra nucleare, gli scarafaggi erediteranno la Terra
Si stima siano state descritte circa 1,5 milioni di specie viventi e oltre un milione di queste sono insetti. Se aggiungiamo le specie a sei zampe ancora da scoprire, potremmo arrivare fino a 30 milioni. Il pianeta, in un certo senso, è quindi già sotto il dominio insetti.

Ma cosa ci fa pensare che gli scarafaggi in particolare resisterebbero meglio di altri a un olocausto nucleare? Questa convinzione ha cominciato a diffondersi dopo la seconda guerra mondiale, ma in realtà non esistono studi che la supportino.
Certo, molte specie di scarafaggio (ordine Blattodea) hanno dimostrato di resistere a livelli di radiazione letali per l’uomo, ma come ha spiegato nel 2001 la professoressa May Berenbaum su American Entomologist nelle nostre città esistono insetti che sono ancora più resistenti.

Anche i Mythbusters hanno dimostrato che gli scarafaggi se la cavano bene ad alti livelli di radiazioni, ma non bene quanto i moscerini delle frutta o le tarme della farina. Insomma, una guerra nucleare difficilmente potrebbe estinguere gli scarafaggi, ma non sarebbero certo i soli insetti a sopravvivere.

2. Quando un’ape ci punge è certo che morirà
Tutto dipende da quale ape incontriamo. Innanzitutto, solo le femmine possono pungere, dal momento che il pungiglione non è altro che un ovopositore modificato. Nelle api da miele questo pungiglione è fortemente uncinato, quindi quando pungono un mammifero è facile che l’ape non riesca a riestrarlo e sia costretta a fuggire via mortalmente ferita.

Nel nostro antropocentrismo però ci dimentichiamo che esistono quasi 20mila specie di api oltre a quelle semi-addomesticate alle quali preleviamo il miele. Alcune sono completamente prive di pungiglione, mentre i bombi e molte api solitarie sono spesso in grado di pungere e volare via indenni come le vespe. Niente paura però: queste api sono tanto diffuse quanto docili, e vista anche la loro capitale importanza nell’impollinazione potremmo provare a dare loro ospitalità nei nostri cortili costruendo un bugs hotel.

3. Einstein e le api

“Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”

Questa frase viene regolarmente attribuita ad Albert Einstein, ma non esiste nemmeno l’ombra di una prova che il fisico l’abbia mai espressa in qualche modo. Difficile resistere alla tentazione di citare il genio per antonomasia (che comunque non era ecologo) quando le colonie di api nel mondo stanno manifestando da tempo diversi problemi, e infatti basta un giro su Google per verificare quanto sia popolare. Nell’era dei social media poi ci vuole un attimo a prendere un paio di foto e a farne un meme.

Questo non diminuisce di una virgola  l’ importanza delle api e degli altri impollinatori per la nostra specie: è possibile impollinare alcune colture a mano e ottenere persino buoni risultati economici, ma la Fao ci ricorda il 35% del nostro cibo dipende dagli animali impollinatori.

4. Le terribili forbicine
Purtroppo spesso il nostro approccio è l’unico insetto buono è l’insetto morto, quindi avere il numero sbagliato di zampe sembra essere di per sé sufficiente per attivare il disinfestatore che è in noi. A volte però ci mettiamo di impegno per inventarci un motivo per il quale un certo insetto dovrebbe essere sterminato.

In questo modo si sono originate e diffuse credenze demenziali, e la più demenziale di tutte è quasi certamente quella associata a Forficula auricolaria. Le famose forbicine hanno infatti l’immeritata fama di essere in grado di penetrare nel nostro cervello passando dall’orecchio per poi deporci le uova. L’insetto, dall’aspetto inconfondibile, può causare gravi danni in agricoltura ma per il resto è totalmente innocuo. Non si sa come sia nata la leggenda che lo riguarda, ma era citata già oltre due secoli fa. Assolto invece Linneo, che diede il nome scientifico alla specie: auricolaria deriva dalla forma delle ali (raramente) spiegate, che ricordano un orecchio umano.

5. Secondo le leggi fisiche i bombi non potrebbero volare
Nonostante questo mito sia relativamente recente, non è del tutto chiaro come sia nato. Secondo Snopes tutto potrebbe essere nato in Germania negli anni ’30 in seguito a un incontro informale tra un ingegnere e un biologo, ma esiste anche una citazione sospetta nel libro Le Vol des Insectes (1934) dell’entomologo francese Antoine Magnan.

Entrambi i casi citano l’impossibilità di descrivere con un semplice modello matematico il volo dei bombi. Questo è certamente possibile, ma non equivale certo a dire che il volo di questi insetti è impossibile o che viola le leggi fisiche. Infatti non solo i bombi continuano a volare, ma i fisici riescono a descrivere sempre meglio come questo accade, e un giorno queste conoscenze potrebbero ispirare nuovi robot.

Ma i problemi con gli insetti riguardano anche i giornalisti, abbiamo l’esempio di questi giorni (06/2019 ndr.) del giornalista trentino che per l’articolo sulla zanzara tigre ha messo la foto di una libellula (a strisce gialle e nere per ricordare la tigre 😀 ), ma anche in ambito nazionale non si scherza vi lascio con un giornalista del TG5 di un paio di anni fa.

Al prossimo articolo

Pubblicato da Gianluca Doremi

Durante la mia infanzia ho sviluppato e manifestato la passione per il "piccolo mondo" che mi ha portato alla scoperta della natura con l'entusiasmo che solo un bambino può avere. Con l'età adulta ho alimentato ulteriormente questa mia passione implementandola con l'ausilio della fotografia e dei video. Alle immagini ora ho aggiunto lo studio e la ricerca su questo fantastico mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.