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Scoperto un possibile predatore della “sputacchina”, vettore della Xylella.

Per le associazioni il monitoraggio dei vettori difenderà gli ulivi da nuovi possibili contagi della Xylella.

Vi propongo un articolo uscito sul Quotidiano di Puglia (Lecce) il 

Il monitoraggio sul vettore della xylella fastidiosa, commissionato il primo gennaio scorso dalla Regione Puglia e portato avanti dai ricercatori delle Università di Bari e di Foggia, ha messo in evidenza come su tutto il territorio regionale imperversi indisturbata la sputacchina, il piccolo insetto che può aggrapparsi anche alle auto o sui vestiti trasportando la malattia in lungo e in largo. Quattro milioni per ettaro, che significa 200 ogni metro quadrato, ne hanno contate gli entomologi che partecipano alla ricerca. Un numero incredibile se si pensa che bastano appena 10.000 per infettare un campo di oliveti. Ecco perché la notizia del campionamento e quella, ancora più interessante, dello studio di un predatore – lo Zelus renardii – capace di uccidere moltitudini di vettori, ha trovano piena condivisione di olivicoltori e associazioni.

Zelus renardii
Zelus renardii

«I metodi naturali sono sempre da privilegiare, per cui meglio uccidere il vettore con un’antagonista, piuttosto che ricorrere all’uso massivo di insetticidi – sostiene Cosimo Primiceri, portavoce del Comitato Olivicoltori Salentini -. È vero che adesso abbassare la fonte di inoculo serve più nelle zone non colpite dal batterio, però è altrettanto vero che frenare il moltiplicarsi delle sputacchina, nel momento in cui partiremo con il reimpianto, potrà aiutare anche le nuove piante a crescere senza pericolo incombente dell’infezione». In effetti, nessuna cultivar di quelle scelte per il reimpianto è immune alla xylella, sono invece resistenti, questo significa che il batterio può sempre tornare a colpire. Allora, meno vettori ci saranno in giro, minore sarà la probabilità di contagio.

Zelus renardii - predatore della vettore della Xylella
Zelus renardii

La pensa così anche Mauro Ferro, agronomo e accademico dei Georgofili, già direttore dell’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale della Regione Puglia e portavoce di Agrinsie- me. «Certo non sarà semplice, però cominciare a immaginare una prevenzione del batterio è sicuramente interessante – sottolinea Ferro -. Ora come ora il problema del contagio interessa da Ostuni in su, ma è pur vero che se pensiamo a un futuro olivicolo con il reimpianto di specie che non sono immuni al batterio, non possiamo pensare di trascurare la carica batterica trasportata dalle sputacchine. Fermarle per tempo assicura una minore possibilità di contagio. Uccidere gli insetti vettori con gli antagonisti favorisce anche il biologico, per cui ben vengano queste ricerche, l’importante è ampliare le possibilità di fermare il contagio».

Al di là degli interventi meccanici insetticidi, i ricercatori stanno infatti studiando quella che si annuncia come una novità assoluta: un predatore efficace contro il vettore della xylella. Si tratta di un antagonista che Francesco Porcelli, entomologo del Disspa di Bari, e coordinatore del progetto sul campionamento dei vettori, ha scoperto casualmente a Bari. Si tratta di un predatore originario del Nord America, segnalato per la prima volta in Grecia e poi arrivato autono- mamente fino in Spagna. «Io l’ho osservato studiando lo psillide “Macrohomotoma gladiata”, introdotta in Europa qualche anno fa e originaria dall’Estremo Oriente. Ebbene ho osservato lo Zelus predare gli psillidi sui rami dei Ficus ornamentali – spiega Porcelli -. Abbiamo provato ad offrirgli Philaenus adulti constatando, in pochi secondi, l’aggressione letale. Numerosi esperimenti e osservazioni sistematiche, ancora in corso, dimostrano l’appetito feroce di questo predatore e la sua attitudine a uccidere grandi numeri della preda, anche senza nemmeno nutrirsene».

«Ogni mezzo possibile per ridurre la fonte di inoculo è salutata con entusiasmo – commenta il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – perché è utile alla lotta contro la xylella. È chiaro che adesso maggior beneficio lo avrà il nord della Puglia, perché grazie al monitoraggio dei vettori e grazie al predatore si potrà fermare il contagio. Però, nel momento in cui ripartiremo con l’impianto delle cultivar sarà utile anche nelle zone infette, dove il batterio è ormai endemico, frenare il contagio abbassando il numero di vettori. È importante ripartire con il piede giusto, non possiamo permetterci di sbagliare».

M.C.M.

 


Al prossimo articolo.

 

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Pubblicato da Gianluca Doremi

Durante la mia infanzia ho sviluppato e manifestato la passione per il "piccolo mondo" che mi ha portato alla scoperta della natura con l'entusiasmo che solo un bambino può avere. Con l'età adulta ho alimentato ulteriormente questa mia passione implementandola con l'ausilio della fotografia e dei video. Alle immagini ora ho aggiunto lo studio e la ricerca su questo fantastico mondo.

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