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Le farfalle del basso Tagliamento

Il Tagliamento habitat ideale per molte specie di insetti ed in particolare delle farfalle.

L’articolo di oggi è  scritto da una persona che mi pregio di conoscere personalmente, Michele Zanetti, autore e coautore insieme a  Corinna Marcolin di diversi libri come “Prati di pianura: aspetti paesaggistici, naturalistici ed ecologici“, “Valle Vecchia“, “La laguna di Venezia: ambiente, naturalità, uomo” e molti altri.

Parla delle farfalle del basso Tagliamento, fiume  a me caro in quanto vivo “sulle sue sponde” da circa 50 anni e candidato  a “Riserva della biosfera” dell’Unesco, candidatura avanzata dal Wwf european alpine programme (Ealps).

Vi lascio alla lettura.

Le farfalle del basso Tagliamento

Nello sterminato universo vivente degli invertebrati artropodi le farfalle occupano, in relazione all’immaginario umano, una posizione particolare. Con l’eccezione delle api, infatti, gli insetti e gli altri artropodi (crostacei e ragni) sono considerati organismi dannosi, pericolosi e comunque sgradevoli. Animali da cui stare alla larga, insomma, per godere buona salute e per non incorrere in esperienze poco piacevoli o rischiose. Non a caso gli insetticidi in genere costituiscono il tipo di sostanze chimiche più utilizzate, in ambiente, dopo i diserbanti; senza ovviamente che ci si renda conto che queste stesse sono assai più pericolose per la salute umana degli stessi insetti.

Ebbene, per le farfalle le cose non stanno precisamente nei termini descritti: perché le stesse farfalle sono animali a forte valenza simbolica e come tali di forte impatto emotivo sull’immaginario collettivo. Esse esprimono infatti la leggerezza, la bellezza, l’eleganza, la delicatezza: il tutto con l’aggiunta non trascurabile del volo, ovvero della capacità di librarsi in aria e di permeare l’ambiente dei loro colori e della loro vivacità.

Anche in questo caso, ovviamente, esistono distinzioni non trascurabili tra farfalle diurne (Ropaloceri) e farfalle notturne o Falene (Eteroceri). Le prime celebrate da pittori, poeti e scrittori, le seconde ignorate e talvolta temute, in ragione della loro cupa e spesso misteriosa bellezza.

Vanessa atalanta

Gli uomini sono fatti così: rifiutano ottusamente ciò che ignorano e combattono tutto ciò che, in Natura, suscita nel loro animo oscure paure, che è poi costituito da ciò che ignorano.

In questa circostanza, prescindendo da considerazioni pseudofilosofiche che condurrebbero lungo sentieri fuorvianti e rischiosi (ci riserviamo comunque di percorrerli in altre occasioni), il tema della presente, breve esposizione è costituito dalle farfalle: dalle farfalle diurne che affollano gli argini, le praterie di golena e i boschi rivieraschi del basso corso del Tagliamento. L’intento, meramente divulgativo, è quello di proporre una visione più ampia e più precisa in termini ecologici, di questa particolare e bellissima componente faunistica.

Le farfalle diurne, ovvero i Ropaloceri del Basso Tagliamento volano nella stagione vegetativa e dunque da marzo a ottobre-novembre. Negli ultimi anni, per effetto del riscaldamento globale, non è raro osservare qualche farfalla persino in dicembre o in gennaio, ma si tratta di rare eccezioni.

Gli habitat delle farfalle sono molteplici e questa è una delle ragioni che determina la ricchezza di specie che distingue gli ambienti rivieraschi del basso corso fluviale. La diversità ambientale e floristica propria dell’alveo e della golena creano infatti le condizioni perché le farfalle possano disporre delle nicchie ecologiche e d’habitat che rispondono alle esigenze di numerose specie.

La presenza di piante fiorifere risulta ad esempio determinante per l’alimentazione delle stesse farfalle, ma altrettanto e più importante risulta anche la presenza delle specie di piante nutrici dei bruchi, che delle farfalle sono appunto le forme larvali.

Polyommatus icarus ♂, Lycaenidae - © Gianluca Doremi
Polyommatus icarus ♂, Lycaenidae – © Gianluca Doremi

Per una visione ecologica della presenza di questi insetti, appartenenti all’ordine dei Lepidotteri, si ritiene tuttavia opportuno assegnare le diverse specie presenti al proprio habitat elettivo. A quello cioè in cui si sviluppano le larve e in cui volano gli adulti in fase riproduttiva.

Ecco allora che nel basso corso del Tagliamento si possono individuare gli habitat seguenti: il pioppeto-saliceto; l’arbusteto e l’incolto di golena, le praterie d’argine, le formazioni di vegetazione palustre e le dune marine della foce.

Nei boschi di salice e pioppo tipici delle sponde fluviali volano in particolare quattro specie: Apatura ilia, splendida per il colore viola riflesso dalle ali, Gonepteryx rhamni, conosciuta anche con l’appellativo italiano di Cedronella, la bella Vanessa c-bianco (Polygonia c-album) e Pararge aegeria, una piccola farfalla bruna con macchie gialle.

Assai più ricca la fauna a Lepidotteri degli arbusteti e degli incolti golenali, che ospitano spesso Buddleja davidii, un arbusto di orgine cinese noto anche con il nome di “Albero delle farfalle”. Qui si osservano con una certa frequenza le splendide vanesse (Vanessa atalanta, Vanessa io, Vanessa cardui, Aglais urticae), il bellissimo Podalirio (Iphiclites podalirus) e inoltre i Satiridi Maniola jurtina e Lasiommata megera, quest’ultima dotata di splendide macchie ocellari sull’esterno delle ali.

Ricchissima risulta pa presenza di farfalle nell’habitat prativo; soprattutto nei prati in cui gli sfalci tardivi consentono abbondanti fioriture primaverili-estive. Questo è il regno delle piccole e graziosissime licenidi, farfalline popolarissime per il colore azzurro delle ali. Tra le altre specie si osservano con grande frequenza Polyommatus icarus, Polyommatus thersites, Lycaena phlaeas, Leptotes pirithous e la minuscola Cupido argiades. A queste si associano lo sgargiante Macaone (Papilio machaon), forse la specie più regale e inoltre le eleganti Melitaea phoebe e Melitaea didyma. Anche le Pieridi sono presenti in gran numero sui prati. Tra queste la comune cavolaia (Pieris rapae), Pontia edusa e le farfalle del genere Colias, dal luminoso colore giallo (Colias crocea, Colias hjale, Colias alfacariensis). Infine, la specie forse più frequente, un piccolo Satiride di colore bruno-arancione: Coenonympha pamphilus.

Melitaea didyma © Eva Carraro
Melitaea didyma © Eva Carraro

Nei biotopi palustri, infine, è presente la graziosissima Lycaena dispar; specie minacciata proprio dalla rarefazione di questi habitat, mentre nell’habitat della duna marina si rinviene l’elegante Hipparchia statilinus, un Satiride poco frequente e dalle grandi ali di colore bruno scuro.

A queste ventisette specie, che costituiscono soltanto la componente più comune di un patrimonio vivente formato da almeno cinquanta specie, si è aggiunta negli ultimi anni una farfallino venuta dal Sudafrica. Si tratta di Cacyreus marshalli, minuscolo Licenide introdotto accidentalmente dall’uomo e parassita dei gerani.


Al prossimo articolo.

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Pubblicato da Gianluca Doremi

Durante la mia infanzia ho sviluppato e manifestato la passione per il "piccolo mondo" che mi ha portato alla scoperta della natura con l'entusiasmo che solo un bambino può avere. Con l'età adulta ho alimentato ulteriormente questa mia passione implementandola con l'ausilio della fotografia e dei video. Alle immagini ora ho aggiunto lo studio e la ricerca su questo fantastico mondo.

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