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Quando l’evoluzione torna indietro.

A un gruppo di insetti sono rispuntate le ali. Ciò dimostra che l’evoluzione a volte fa passi indietro.

Anche se datato ripropongo questo articolo del 2003 sugli insetti stecco.

Molti di voi lo avranno già letto ma mi sembrava opportuno dargli ulteriore diffusione in quanto l’evoluzione, a volte ha uno strano modo di muoversi, e nella fattispecie l’evoluzioni delle ali.

Infatti l’evoluzione delle ali è ampiamente considerata come un importante fattore nel successo evolutivo degli insetti, fornendo abbondanti nuove possibilità per la diffusione, la cattura della preda  ed un ottimo sistema per sfuggire ai predatori.

Le ali  (come peraltro gli occhi) sono un esempio delle strutture complesse la cui evoluzione ha portato notevoli vantaggi agli insetti.

Uno studio condotto sull’ampio ordine degli insetti stecco (Phasmatodea) dimostrerebbe che in alcuni casi essi avrebbero sviluppato evolutivamente le ali dopo averle perse.

Un’eventualità che non era mai stata ritenuta possibile, data l’alta complessità dei meccanismi fisiologici e genetici che governano lo sviluppo delle ali.

Secondo gli entomologi la conquista del volo è stato l’evento più importante nell’evoluzione degli insetti.

Ha consentito loro di diffondersi ovunque sul pianeta e differenziarsi negli attuali gruppi.

evoluzione
L’evoluzione delle ali in insetti stecco.
L’albero mostrato viene ridisegnato da Whiting et al. [1] , ed è radicata utilizzando due specie nell’ordine embioptera. (A) La ricostruzione proposta da Whiting et al. [1] , che deduce la perdita di ali nel antenato comune di insetti stecco, e quattro casi di ala ri-evoluzione (indicato dalle frecce nere). (B) Una ipotesi alternativa in cui le ali non possono essere ri-evoluti e winglessness diffuso è il risultato della perdita dell’ala frequenti. La seconda ricostruzione richiede più cambiamenti individuali di stato (13 perdite), e se noi accettare o rifiutare dipende dalla relativa probabilità di perdita di ala e ricomparsa.

La ricerca

La ricerca sugli insetti stecco, o fasmidi, condotta congiuntamente dalle università di Brigham Young, nello Utah, del Missouri e di Göttingen in Germania, ha però mostrato, con indagini sul Dna e tecniche di calcolo probabilistico, che tutte le famiglie di questo ordine derivano da sei lontani antenati privi di ali che, quindi, si erano trasformati in precedenza da volatori a insetti atteri.

L’applicazione di una serie di tecniche di tree-building produce una topologia ad albero che sia coerente tra le tecniche e ben supportato dai dati di sequenza .

Essa è fondamentale perché ha la capacità di apportare con precisione  una storia evolutiva anche se è fortemente dipendente dalla nostra fiducia nella struttura.

Tra i fasmidi, si contano attualmente circa 3.000 specie, di cui il 40% ha ali completamente sviluppate.

Sono assolutamente identiche a quelle degli altri insetti, ma evidentemente si sono evolute una seconda volta da quei lontani progenitori che le avevano perse.

Come questo sia avvenuto non è chiaro ma, secondo gli studiosi, è certo che le ali non sono state “inventate” due volte.

Nei fasmidi si sono probabilmente riformate a partire dalle strutture muscolari e nervose che permangono nel torace delle specie attere, sotto l’azione di geni che hanno conservato la loro funzione anche dopo una lunga serie di eventi evolutivi.

Al prossimo articolo.

Visita anche il Canale di Youtube (documentari e video sugli insetti e sulla natura del Nordest Italiano)

Farfalle e falene della pianura Friulano-Veneta

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Pubblicato da Gianluca Doremi

Durante la mia infanzia ho sviluppato e manifestato la passione per il "piccolo mondo" che mi ha portato alla scoperta della natura con l'entusiasmo che solo un bambino può avere. Con l'età adulta ho alimentato ulteriormente questa mia passione implementandola con l'ausilio della fotografia e dei video. Alle immagini ora ho aggiunto lo studio e la ricerca su questo fantastico mondo.

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