La tecnica consiste nella somministrazione di un betabloccante, il propranololo, proprio mentre la persona fobica vede una tarantola o altri ragni, ottenendo un’amnesia selettiva che annulla la paura
Finita la mostra fotografica, con quasi 1.500 visitatori, ritorno ad essere un po’ più presente con il Blog proponendo un articolo sui ragni, suggeritomi proprio dai visitatori stessi.
La paura degli insetti ma soprattutto dei ragni è molto diffusa.
Io stesso sono aracnofobo, ma grazie alla fotografia questa paura si è ridotta moltissimo; i ragni di grandi dimensioni mi creano ancora un po’ di problemi, soprattutto se compaiono all’improvviso, ma anche loro, avvistati con un buon anticipo, possono essere i soggetti delle mie foto.
In ogni caso non credo siano molte le persone che abbiamo voglia di seguire il mio percorso, ma a quanto pare, adesso questa paura si può superare grazie ad un farmaco, almeno così si può leggere in un articolo su Galileonet.it.
Buona lettura.
Di Gianluca Casponi
La paura dei ragni, nota anche come aracnofobia, può essere sconfitta in pochi minuti somministrando un farmaco betabloccante che induce una amnesia selettiva.
Lo affermano, in un articolo pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry, i ricercatori dell’Università di Amsterdam, che hanno somministrato il propranololo, normalmente usato per trattare l’angina pectoris e l’ipertensione arteriosa, a persone con il terrore dei ragni. Il metodo si basa sullo sfruttamento del principio del “riconsolidamento mnestico”. In sintesi si tratta del tentativo di modificare selettivamente la memoria dei soggetti fobici in modo che la visione o il contatto diretto con un ragno non inneschi più uno stato di paura incontrollata.Il propranololo è stato scelto per questo esperimento perché la sua azione farmacologica si estende anche all’inibizione della produzione di noradrenalina, un neurotrasmettitore implicato nel fissaggio dei ricordi nelle memoria. Il test è stato eseguito selezionando 45 persone con una seria paura dei ragni. A 15 di queste è stata somministrata una singola dose di 40 mg di propranololo e ad altre 15 un placebo. Tutti i soggetti di entrambi i gruppi sono stati messi in contatto per circa due minuti con una tarantola; ad altre 15 persone è stato somministrato il farmaco nella stessa dose ma senza aggiungere l’incontro con il ragno. Le persone che hanno ricevuto il farmaco e “incontrato” la tarantola hanno riferito la completa sparizione o la sensibile riduzione dell’aracnofobia, per un periodo di almeno un anno.
“Per la prima volta, ha commentato Merel Kindt, psicologa dell’Università di Amsterdam e coautrice dello studio, “abbiamo avuto la dimostrazione che la somministrazione di un farmaco in grado di indurre un’amnesia, unito alla riattivazione del ricordo da rimuovere, è in grado di modificare le reazioni delle persone con aracnofobia. Un approccio che è più simile alla chirurgia di precisione che alla terapia comportamentale. Lo standard terapeutico attuale per i casi di fobia, come per quelli di disordine da stress post-traumatico, consiste in lunghe e ripetute sessioni di terapia cognitivo-comportamentale associate all’assunzione quotidiana di farmaci. Tutto ciò, nella maggioranza dei casi, induce solamente una moderata e spesso transitoria riduzione dei sintomi”.
Riferimenti: Biological Psychiatry doi: 10.1016/j.biopsych.2015.04.006
Al prossimo articolo.