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Meraviglie dell’evoluzione: il ragno coccinella – Video

Il ragno coccinella, un esempio di mimetismo difensivo.

“Guarda che bella coccinella!!!  ma ha otto zampe …  è un ragno”. Continuando  con insetti e aracnidi che si imitano a vicenda vi propongo oggi alcuni appartenenti al genere Paraplectana.

Come potete vedere la somiglianza con le coccinelle e strabiliante.

Non sono comunque molti gli appartenenti a questo genere, fino al 2015, si compone di 11 specie e due sottospecie, l’ultima specie è stata scoperta in India proprio nel 2015  (Paraplectana rajashree Ahmed et al., 2015) ,  ma perché imitano le coccinelle?

Paraplectana cf. tsushimensis – © H. K. Tang – https://www.flickr.com/photos/ehktang/5773640555

Le coccinelle sono brillantemente colorate con ciò che i biologi chiamano la colorazione aposematica (“avviso”): un avvertimento ai predatori di  evitarli in quanto poco “gustose” ( Le coccinelle contengono alcaloidi tossici ).Tale colorazione è comune: altri esempi comprendono le api e le vespe a strisce nere e arancioni, la farfalla monarca arancione e nera e molti altri.

Una volta che una specie attiva il  modello aposematico , conseguentemente c’è un vantaggio per le specie gustose e non tossiche ad evolvere i modelli e i colori del modello, in modo da evitare la predazione.

Questa forma di imitazione è chiamata mimica batesiana dal naturalista britannico HW Bates .

Non esiste alcun problema nel spiegare l’evoluzione della mimica batesiana, ma come la colorazione aposematica si sia evoluta nei modelli più complessi è da sempre un puzzle evolutivo.

Il sistema  funziona perché i predatori imparano a riconoscere e evitare la colorazione brillante dopo una brutta esperienza assaggiando una preda non commestibile (i predatori possono occasionalmente evolvere un’inversione innata e genetica).

Ovviamente la prima coccinella “mutante” dai colori più brillante  sicuramente non è stata evitata dai predatori, in quanto essi non  hanno avuto esperienze negative  con la colorazione . Questo individuo mutante può attirare l’attenzione dei predatori e pertanto è più probabile che venga mangiato rispetto agli individui meno colorati della stessa specie.

In altre parole, la selezione naturale sembra funzionare contro l’evoluzione iniziale di tali colori, anche se gli individui ne beneficiano una volta che il modello diventa comune.

Paraplectana sp. - © faiz B.
Paraplectana sp. – © faiz B.

Ma come può essere comune se vengono mangiati prima degli altri?

Un suggerimento è la selezione parentale: molti individui mutanti possono verificarsi in un unica “nidiata” , per cui un individuo “sacrifica” la sua vita per perpetuare i geni colorati dei suoi fratelli e sorelle, ora presumibilmente protetti da un uccello che ha imparato la sua lezione.

E’ infatti noto, che  alcuni bruchi aposemati tendono a rimanere insieme, come gruppo, più spesso di individui di specie correlate ma non colorate.

Ma altri modelli evolutivi mostrano che il colore vivace o potrebbe derivare dalla selezione individuale, in particolare se l’individuo colorato non viene ucciso, ma solo assaggiato e rilasciato.

Ci sono altri modelli più complicati. Per il momento, l’evoluzione di questa colorazione rimane un po ‘un mistero.

Torniamo a questi particolarissimi ragni essi non sono molto comuni, le 11 specie oggi note di questo genere sono state reperite in Asia orientale, sudorientale e nell’ecozona afro-tropicale, alcune fotografate molto raramente, ma nulla esclude che viste le dimensioni e l’areale che frequentano nuove specie, magari più numerose, possano essere scoperte.

 

 


Al prossimo articolo.

 

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Pubblicato da Gianluca Doremi

Durante la mia infanzia ho sviluppato e manifestato la passione per il "piccolo mondo" che mi ha portato alla scoperta della natura con l'entusiasmo che solo un bambino può avere. Con l'età adulta ho alimentato ulteriormente questa mia passione implementandola con l'ausilio della fotografia e dei video. Alle immagini ora ho aggiunto lo studio e la ricerca su questo fantastico mondo.

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