Un nuovo studio pubblicato su “Nature” analizza le principali minacce alla sopravvivenza degli impollinatori.
Gli animali impollinatori sono molti, anche tra i vertebrati, come lucertole, uccelli, pipistrelli e altri, ma sono gli insetti ad avere il ruolo di protagonisti.
Come detto uno studio pubblicato su “Nature” da Simon Potts dell’Università di Readings, nel Regno Unito, e da altri colleghi di una collaborazione internazionale lancia l’allarme sulla sopravvivenza di molte specie.
In Europa, il 9 per cento circa delle api e delle farfalle coinvolti nel processo d’impollinazione è a rischio di estinzione. Sono i dati della Red list dell’Unione internazionale per la Conservazione della Natura. In alcuni singoli stati si arriva a percentuali del 50 per cento, e per oltre il 55 per cento delle specie non si hanno dati attendibili.
Le circa 20.000 specie identificate di api, in particolare, impollinano più del 90 per cento delle oltre 100 coltivazioni più importanti per l’alimentazione umana. Di queste, circa 50 sono le specie di api allevate, come Apis mellifera e Apis cerana .
Simon Potts e colleghi hanno identificato le cinque maggiori cause di declino degli insetti impollinatori:
- L’intensificazione dello sfruttamento del suolo
- Il cambiamento del clima,
- L’uso indiscriminato dei pesticidi
- L’attacco da parte di organismi patogeni (funghi, batteri e virus)
- L’invasione di specie alloctone.
Un fattore ancora da determinare è l’influenza delle coltivazioni geneticamente modificate.
La soluzione, per quanto ovvia, risiede nella conservazione di habitat diversificati e la protezione delle aree ancora non sfruttate, al fine di mantenere e, se possibile incrementare la biodiversità.
Ridurre l’uso di pesticidi, favorendo il ciclo naturale dei nutrienti, e la creazione di aree di terreno adibite alla crescita di fiori che possano aiutare le api ad aumentare di numero.
Lo studio in lingua originale: Link
