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Pesticidi nel miele di tutto il mondo

Un’analisi su campioni di miele prelevati in tutti i continenti ha rilevato tracce di pesticidi neonicotenoidi, sia pure a livelli in genere ben inferiori a quelli ammessi dall’Unione Europea per il consumo umano.

Una notizia importante, allarmista se vogliamo,  ma le implicazioni non riguardano solo la qualità, ma anche la quantità del miele prodotto.

Questo è il risultato pubblicato di un articolo pubblicato su “Le Scienze” il 9 ottobre scorso, in cui risulta che l’esposizione cronica delle api a basse dosi di queste sostanze può però ridurne sia le capacità di foraggiamento sia quelle di riproduzione delle colonie.

Vi lascio alla lettura.

Nel 75 per cento dei campioni di miele prelevati in tutto il mondo da un gruppo di ricercatori sono state trovate tracce di pesticidi neonicotinoidi che, pur essendo nella quasi totalità dei casi ben al di sotto delle soglie di sicurezza per la tollerabilità umana stabilite dall’Unione Europea, destano preoccupazioni per la salute delle popolazioni di insetti impollinatori. A stabilirlo è una ricerca di biologi, tossicologi e chimici dell’Università di Neuchâtel, in Svizzera, che firmano un articolo pubblicato su “Science”.

Nei 198 campioni complessivi la frequenza di contaminazione è risultata più elevata in quelli provenienti da Nord America (86 per cento), Asia (80 per cento) ed Europa (79 per cento), e più bassa in quelli originari del Sud America (57 per cento). Inoltre il 30 per cento dei campioni esaminati conteneva un singolo neonicotinoide, il 45 per cento ne conteneva due o più, e il 10 per cento addirittura quattro o cinque. E nel 34 per cento dei campioni di miele sono state rilevate concentrazioni di neonicotinoidi dannose per le api.

I neonicotinoidi sono sostanze che si legano ai recettori nicotinici dell’acetilcolina nel cervello, responsabili negli insetti dell’apprendimento e della memoria. La loro iperattivazione acuta da parte dei neonicotinoidi porta a fenomeni di tipo epilettoide, seguiti da un blocco della capacità di attivazione di quelle cellule cerebrali, con conseguente morte dell’insetto.

Ma anche l’esposizione cronica degli impollinatori ai neonicotinoidi è dannosa, inducendo un adattamento alla sostanza, e anche comportamenti di ricerca del contaminante molto simili alla ricerca di sigarette indotte dalla nicotina nell’uomo. Con il tempo ciò determina disfunzioni neuronali che limitano la capacità dell’ape di apprendere e ricordare, con una riduzione sia delle capacità di foraggiamento (e quindi di impollinazione e produzione di miele) sia delle capacità riproduttive della colonia.

I mieli campionati sono stati collezionati tra il 2012 e il 2016, e gran parte di quelli provenienti dall’Unione Europea sono stati prelevati prima che l’uso di neonicotinoidi sulle colture visitate dalle api venisse vietato. Per questo saranno necessarie ulteriori indagini sui mieli prodotti dopo il 2014 per valutare l’effetto dei percorsi di esposizione secondari, come per esempio il passaggio dei residui di neonicotinoidi da un terreno su cui erano stati usati ai fiori selvatici adiacenti, o a una nuova coltivazione frequentata dalle api.

Pesticidi nel miele di tutto il mondo

I ricercatori sottolineano anche l’importanza di condurre ricerche sugli specifici effetti legati alla presenza di differenti neonicotenoidi, dato che ciascuno di essi agisce preferenzialmente su gruppi di neuroni diversi con effetti potenzialmente più gravi.

Infine, i ricercatori notano che sebbene nell’Unione Europea e negli Stati Uniti sia richiesta la registrazione dei pesticidi usati nelle aziende agricole, questi dati non vengono raggruppati in una banca dati che potrebbe consentire la correlazione fra l’uso di pesticidi e danni all’ecosistema (abbondanza e diversità di insetti) o anche a possibili patologie umane. Infatti alcuni studi recenti hanno suggerito possibili effetti dei neonicotinoidi nei vertebrati, come una riduzione dell’efficienza del sistema immunitario e una riduzione della crescita. Se questi effetti fossero confermati, concludono i ricercatori, potrebbe essere opportuna una revisione dei limiti di neonicotinoidi attualmente considerati accettabili per il consumo umano di alimenti.

Redazione di “Le Scienze”


Al prossimo articolo.

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Pubblicato da Gianluca Doremi

Durante la mia infanzia ho sviluppato e manifestato la passione per il "piccolo mondo" che mi ha portato alla scoperta della natura con l'entusiasmo che solo un bambino può avere. Con l'età adulta ho alimentato ulteriormente questa mia passione implementandola con l'ausilio della fotografia e dei video. Alle immagini ora ho aggiunto lo studio e la ricerca su questo fantastico mondo.

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