Un tipo di afidi utilizza i propri fludi corporei per riparare la colonia fino a suicidarsi
Se vi siete lamentati delle riparazioni domestiche fai-da-te, o se mai vi succederà, provate a pensare all’afide, Nipponaphis monzeni .
Questi insetti usano i loro stessi fluidi corporei per rattoppare i buchi nelle pareti della loro colonia – una crescita vuota chiamata galla che si forma sui rami degli alberi
Una volta che un invasore perfora la galla, gli afidi preposti alla difesa rilasciano un fluido denso e lattiginoso dai loro addomi e non si fermano fino a quando non sigillano la falla.
Alcuni si “strizzano” fino a quando non sono altro che dei gusci senza vita, altri annegano nelle loro stesse secrezioni e alcuni si intrappolano all’esterno, il tutto per garantire la sicurezza dei loro fratelli all’interno della galla.
Ma gli scienziati non sapevano di che cosa fosse fatto questo liquido o di come gli afidi Nipponaphis monzeni lo producessero.
Ora, i ricercatori hanno districato la ricetta biochimica dei materiali da costruzione naturali degli afidi.
Per studiare questa “malta” naturale dell’afide, i ricercatori l’hanno prima raccolta dalle galle sugli alberi di nocciolo in Giappone in primavera.
Quando hanno messo il liquido al microscopio, hanno scoperto decine di cellule dell’emolinfa piene di lipidi grassi.
L’analisi biochimica ha rivelato la presenza dell’enzima fenoloxidasi, l’amminoacido tirosina e una proteina precedentemente sconosciuta.
Al prossimo articolo.
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Farfalle e falene della pianura Friulano-Veneta
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