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Xylella: pro e contro sull’uso della cimice assassina

La Xylella fastidiosa pauca da anni sta distruggendo gli uliveti italiani e per contrastarla uno studio propone l’uso della cimice assassina (Zelus renardii)

Un recente articolo su “PLoS ONE”, a cura di un gruppo di studio guidato dall’entomologo Francesco Porcelli dell’Università di Bari “Aldo Moro”, propone un efficace rimedio al dilagare di Xylella fastidiosa, causa dell’epidemia degli uliveti del Sud Italia.

Lo studio è l’ultimo atto di una serie di ricerche che ruotano attorno a un insetto lungo un centimetro o poco più, conosciuto dai più come cimice assassina, nome comune di molti appartenenti all’ordine Rhynchota ed in particolare alla famiglia Reduviidae.

I Reduvidi sono insetti prevalentemente zoofagi, predatori di Artropodi, oppure ematofagi.

Sono noti per la loro spiccata aggressività, che in diverse specie si rivolge anche verso i vertebrati, compreso l’uomo, producendo punture particolarmente dolorose.

Zelus renardii

Ma veniamo ora alla ricerca.

Come già detto la Xylella è il batterio responsabile della sindrome del declino rapido dell’olivo.

Questo lavoro dimostra le misure di controllo tramite pesticidi dei vettori e della trasmissione, ossia la riduzione in particolare della specie  Philaenus spumarius, la sputacchina (anche se altri vettori sono Philaenus italosignus e Neophilaenus campestris) , può essere integrato con l’utilizzo di un mezzo di controllo biologico.

L’alternativa biologica all’azione di controllo chimico prevede l’uso predeterminato di un nemico naturale disponibile della  Philaenus spumarius , ovvero Zelus renardii, per la popolazione di vettori adulti e il biocontrollo delle infezioni. 

Il progetto ha combinato due diversi approcci, un esperimento di laboratorio per testare le dinamiche di predazione di Zelus renardii ed un esperimento simulato di inondazione, per testare preliminarmente l’efficacia di tale strategia.

È stato dimostrato che la  Zelus renardii ha il potenziale per fornire una soluzione “verde” all’invasionea della  Xylella fastidiosa, con una riduzione dell’incidenza dei patogeni inferiore al 10%. 

Problema risolto dunque, e senza che si dovesse far uso di pericolose sostanze chimiche.

Ebbene no, la soluzione potrebbe dare il via ad altri problemi.

In base allo stesso studio la “cimice assassina”, infatti, starebbe prendendo di mira anche altri insetti utili all’agricoltura, sollevando dubbi sulla sostenibilità ambientale di questa soluzione.

Lo studio, ultimo atto di una serie di ricerche che ruotano attorno allo Zelus renardii, conferma sì la capacità di questo piccolo insetto di ridurre le popolazioni del vettore di Xylella, ma evidenzia come lo stesso non si ponga problemi ad attaccare anche prede preziose per l’agricoltura.

Infine c’è una domanda che non ha ancora risposta, se la Zelus renardii quando rilasciata e quindi avendo possibilità di scegliere, avrà preferenza per gli insetti utili o per quelli dannosi?

Al prossimo articolo.

Visita anche il Canale di Youtube (documentari e video sugli insetti e sulla natura del Nordest Italiano)

Farfalle e falene della pianura Friulano-Veneta

Pubblicato da Gianluca Doremi

Durante la mia infanzia ho sviluppato e manifestato la passione per il "piccolo mondo" che mi ha portato alla scoperta della natura con l'entusiasmo che solo un bambino può avere. Con l'età adulta ho alimentato ulteriormente questa mia passione implementandola con l'ausilio della fotografia e dei video. Alle immagini ora ho aggiunto lo studio e la ricerca su questo fantastico mondo.

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