Il virus con il DNA della vedova nera mediterranea

Parte di un gene responsabile della produzione del veleno nella vedova nera mediterranea si trova in un virus che infetta uno dei più diffusi batteri del mondo.

Oggi vi propongo un interessante, almeno per me, articolo di Marta Musso, (Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma) pubblicato su www.wired.it l’ottobre scorso, con qualche correzione tecnica.

Se guardate all’interno delle cellule di una qualsiasi specie di insetto, c’è la probabilità del 40% di trovare un batterio chiamato Wolbachia.

E se guardate attentamente Wolbachia scoverete quasi sicuramente un virus chiamato Wo, nascosto nel suo dna.

Latrodectus tredecimguttatus – © Salvatore Canu

E, ora, se vi fermate a osservare Wo, come hanno fatto i due scienziati Seth e Sara Bordenstein della Vanderbilt University di Nashville, troverete una cosa molto bizzarra: il virus nasconde parti di geni che sembrano provenire da altri animali, tra cui il gene che rende il morso della vedova nera mediterranea (Latrodectus tredecimguttatus)  così pericoloso.

Ma come ha fatto un gene di ragno a finire in un virus che vive all’interno di batteri che a loro volta vivono negli artropodi?

La spiegazione non è  del tutto chiara ma  i due scienziati pensano che questi geni possano facilitarli nel loro stile di vita.

Si sospetta, infatti, che i virus riescano così a fare dei pori sia nelle membrane delle cellule che circondano il Wolbachia sia in quelle degli artropodi, consentendo in tal modo al fago (virus che infetta i batteri)  di superare senza difficoltà entrambe le membrane.

Una descrizione più approfondita della ricerca la trovate qui: Link


Al prossimo articolo.

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