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Sei una calamita per le zanzare?

Uno nuovo studio vuole analizzare le basi genetiche che rendono alcune persone più attraenti per le zanzare rispetto ad altre. I risultati potrebbero aiutare a sviluppare un repellente naturale contro questi insetti, che in alcuni casi sono vettori di malattie pericolose – di Dina Fine Maron/Scientific American

Riproposizione di  un articolo inerente le zanzare che sembrerebbe essere un argomento  interessante, non  solo per i lettori ma anche per le riviste scientifiche. Da una di queste infatti  (Le Scienze) è tratto questo articolo. Buona lettura.

Quando si tratta di attrazione, il fascino può iniziare anche prima che lei metta gli occhi su di te.Sembra che ci sia qualcosa nell’odore che tu – che sei la sua cena – emani da lontano e che ti rende un obiettivo desiderato.Mentre parli con gli amici o controlli la carne sul barbecue, la zanzara inizierà la caccia che ti renderà il suo prossimo pasto di sangue. Ma che cosa ti rende così attraente per questi piccoli insetti che mordono le caviglie?

Questo mese un gruppo di ricercatori britannici ha lanciato una nuova indagine sul ruolo della genetica umana in questo processo.Gli scienziati prevedono di raccogliere calzini maleodoranti di 200 coppie di gemelli identici (omozigoti) e non identici (eterozigoti) per poi metterli in una galleria del vento piena di insetti e vedere che cosa succede.I proprietari delle calze, sperano i ricercatori, potrebbero produrre naturalmente sostanze chimiche attraenti o repellenti che potrebbero diventare la base per futuri progetti di controllo delle zanzare.

Gli scienziati si aspettano che le preferenze delle zanzare per gli indumenti e l’analisi dei composti odorosi emessi dagli indumenti stessi, associati alla genetica dei proprietari, possano essere d’aiuto.Lo studio, che comprenderà 100 gemelli provenienti da Regno Unito e Gambia, inizierà il reclutamento dei volontari nelle prossime settimane.

Aedes_aegypti

Sei una calamita per le zanzare?

“Sappiamo poco della genetica che ci rende attraenti per le zanzare”, dice James Logan, entomologo medico della London School of Hygiene and Tropical Medicine che dirige il lavoro.

Studi precedenti hanno indicato che stimoli visivi, olfattivi e termici (il calore del corpo) contribuiscono tutti a determinare l’attrazione della zanzara. “Speriamo che questo studio ci dia più informazioni sui meccanismi che aiutano a cambiare gli odori del nostro corpo, rendendoci più o meno attraenti per le zanzare”, dice.
“Se riuscissimo a identificare geni importanti, forse potremmo sviluppare una pillola o un farmaco che permette all’organismo di produrre un repellente naturale in grado di tenere lontane le zanzare”.

I risultati, aggiunge Logan, potrebbero anche aiutare gli epidemiologi a migliorare i modelli che stimano la vulnerabilità di alcune popolazioni alle zanzare portatrici di malattie.

I ricercatori sanno già che tra noi esistono differenze che contribuiscono a far pungere alcuni più di altri. In particolare, quelli di noi che espirano più anidride carbonica sembrano essere un faro naturale per le zanzare. I ricercatori hanno trovato una correlazione anche con la dimensione del corpo: le persone più alte e robuste tendono ad attrarre di più, forse per la loro produzione di anidride carbonica o per la superficie corporea più grandi. Esiste anche qualche prova che le donne in gravidanza o in alcune fasi del ciclo mestruale sono più attraenti per questi insetti. Altri studi hanno scoperto che le persone infettate dalla malaria sono più attraenti per le zanzare che veicolano la malattia durante la fase trasmissibile dell’infezione.

Ma che cosa possiamo dire della nostra genetica individuale?

Due anni fa il gruppo di Logan ha pubblicato un piccolo studio sull’attrazione delle zanzare per 18 coppie di gemelli identici e 19 coppie di gemelli non identici. Gli scienziati hanno scoperto che i gemelli identici erano più simili nella loro desiderabilità per questi insetti rispetto ai gemelli non identici. Poiché lavori precedenti hanno mostrato che i gemelli identici hanno odori più simili tra loro rispetto ai gemelli non identici, i ricercatori britannici hanno ipotizzato che i geni possano avere un ruolo nell’attrattiva nei confronti delle zanzare.

Questo nuovo studio mira a conclusioni più concrete, grazie a un campione più ampio e a un’ulteriore popolazione considerata: in effetti la maggior parte della ricerca in questo campo si è concentrata su europei, mentre questo studio includerà anche gemelli del Gambia. Ci sono anche altre differenze che distinguono questo lavoro dai precedenti: lo studio del 2015 aveva testato l’attrazione delle zanzare Aedes – quelle che trasmettono dengue e Zika – mentre questo studio analizzerà l’attrazione delle zanzare Anopheles, in grado di trasmettere la malaria. Il gruppo sospetta che le diverse specie possano essere attratte dagli stessi composti volatili presenti nell’odore umano, ma vuole andare a fondo.

Un passo avanti

“Questo lavoro inedito è un buon passo avanti. Ci dirà se ci sono o meno differenze genetiche, ma non offrirà una risposta completa sull’attrazione delle zanzare poiché altri fattori come dieta, vento, ora del giorno e specie di zanzara, possono tutti influire su questa attrazione”, dice Syed Zainulabeuddin, professore di scienze biologiche all’Università di Notre Dame, che studia comportamento e movimento delle zanzare influenzati dall’odore, e che non è coinvolto nel progetto di Logan. Il lavoro di Syed ha scoperto che le persone di varie etnie sembrano tutte produrre quattro principali composti volatili (sebbene a livelli diversi) e ci sono primi indizi che un composto in particolare, chiamato nonanale, possa essere assai attraente, almeno tra alcune specie di zanzare.

Tuttavia, ancora non sappiamo quali geni contribuiscono alla produzione di composti che potrebbero interessare le zanzare.

I ricercatori che studiano odori umani e genetica umana avevano già suggerito che i segnali odorosi associati con la genetica probabilmente sono controllati tramite i geni del complesso maggiore di istocompatibilità. Questi geni sembrano svolgere un ruolo nella produzione di odori e anche nelle scelte di accoppiamento dei mammiferi, poiché esseri umani e topi sembrano preferire partner con un odore meno simile al proprio, il che, secondo i ricercatori, potrebbe essere un controllo naturale contro l’endogamia. Di conseguenza, il gruppo di Logan potrebbe mirare a questi geni correlati all’odore, ma lo scienziato dice che stanno esaminando tutte le opzioni. Nei prossimi due anni spera di avere alcune risposte preliminari. Per ora, e probabilmente per molti anni a venire, possiamo solo spalmarci abbondantemente di repellente per insetti e sperare per il meglio.

(L’originale di questo articolo è stato pubblicato su www.scientificamerican.com il 20 giugno 2017. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)


Al prossimo articolo.

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Pubblicato da Gianluca Doremi

Durante la mia infanzia ho sviluppato e manifestato la passione per il "piccolo mondo" che mi ha portato alla scoperta della natura con l'entusiasmo che solo un bambino può avere. Con l'età adulta ho alimentato ulteriormente questa mia passione implementandola con l'ausilio della fotografia e dei video. Alle immagini ora ho aggiunto lo studio e la ricerca su questo fantastico mondo.

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