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Gli incidenti nucleari rendono mutanti gli insetti.

Intervista di Deutsche Welle a Timothy Mousseau.

Traduzione di ProgettoHumus.it da http://www.dw.com

Magari il titolo può sembrare scontato , ma ora è supportato dai dati. Vi propongo uno stralcio dell’intervista a Timothy Mousseau nella parte relativa agli insetti.

Il biologo Timothy Mousseau è un professore di Scienze Biologiche presso la University of South Carolina in Columbia, South Carolina, ha trascorso anni ad analizzare insetti, uccelli e topi che abitano intorno alle  centrali nucleari di Chernobyl e Fukushima.
In un’intervista a DW, condivide alcune sorprendenti scoperte sugli effetti degli incidenti nucleari sulla fauna selvatica.

L’intervista

DW: Professore, ha scoperto qualche cimice (cimice rossonera – Pyrrhocoris apterus) mutante ?
Timothy Mousseau: Sì, le cimici sono davvero la “chiave della scoperta”. Il mio collega di ricerca, Anders Moller, ed io abbiamo fatto visita a Chernobyl nel 2011. Abbiamo raccolto dei fiori nella  città di Pripyat, per studiarne il polline, quando Anders ha trovato sul terreno questo piccolo insetto a macchie rosse e nere ed ha detto: “Tim, guarda, è un mutante – è senza un occhio!”.

Da allora abbiamo iniziato ad analizzare questi insetti in ogni luogo che abbiamo visitato, dalle zone più contaminate della Foresta Rossa a quelle relativamente pulite nei villaggi abbandonati.  Alla fine abbiamo raccolto diverse centinaia di queste piccole creature.

Pyrrhocoris apterus - mutazioni @ Mousseau & Moller
Pyrrhocoris apterus – mutazioni @ Mousseau & Moller

Fu subito molto evidente che i modelli deformi erano molto più diffusi nelle zone ad alta contaminazione radioattiva.Questo è solo uno dei tanti aneddoti simili riguardo le creature deforme di Chernobyl.  In ogni sasso e roccia su cui camminiamo troviamo un segnale delle proprietà mutageni della radioattività nella regione.

DW: Quali sono gli effetti a lungo termine delle radiazioni sulle specie animali o vegetali nelle aree contaminate? C’è stata la mutazione dei genomi? Le mutazioni persisteranno?
Mousseau: A lungo andare, no. Il fatto è che, un certo tasso di mutazioni avvengono endemicamente e costantemente in ogni specie anche in aree incontaminate o in zone con basse dosi di radioattività non proveniente da incidenti nucleari. In questo senso è già stata provata la maggior parte delle varianti genetiche che sono neutre o leggermente deleterie. Se questo tipo di mutazione fosse dannosa, sarebbe già evidente all’interno della popolazione di qualsiasi specie.

Gli effetti sulla biodiversità

DW: Così sarebbe nullo l’effetto a lungo termine degli incidenti nucleari sulla biodiversità?
Mousseau: Sì è giusto. Nel  corso del tempo evolutivo, ci aspettiamo che le popolazioni torneranno alla normalità dopo che il momento mutageno scompare.
I radionuclidi decadranno ed anche i luoghi ad alta contaminazione diminuiranno, le mutazioni diverranno meno frequenti ed, in buona salute, le popolazioni di animali e vegetali ricolonizzeranno i siti.

Così anche gli status genetici.
Alcune mutazioni potrebbero persistere se sono diventate adattative durante la fase più acuta.

Per esempio, ci sono specie di animali dove le cellule producono un alto carico antiossidante che li rendono più resistenti agli effetti delle radiazioni ionizzanti. Ma questa protezione avrà un costo “metabolico”.

Dopo che si abbasseranno i livelli di radioattività, infatti,  varieranno anche i fattori che ne hanno determinato la sopravvivenza. Dove le cose si complicano è quando le mutazioni dannose sono recessive, ovvero, quando “infettano” due copie, una per ciascun cromosoma, per determinarne il cambiamento. Molte mutazioni entrano infatti in questa categoria e possono accumularsi nelle popolazioni e diventare anche ereditarie.

A causa di ciò, alcune popolazioni di esseri viventi possono essere influenzate da tali mutazioni per molte generazioni, anche dopo che il fattore mutageno smette di esistere, ed anche, tramite la dispersione, nelle popolazioni che non sono state da lui interessate.

Mousseau e Moller
Mousseau e Moller

Considerazioni

DW: Quest’anno ricorrono 5 anni dal disastro di Fukushima e 30 anni da quello di Chernobyl. Per quanto tempo le zone contaminate intorno a questi due luoghi saranno pericolose e “muteranno”?
Mousseau: Chernobyl è stata una fissione nucleare che è bruciata per una decina di giorni, con isotopi di stronzio, uranio e plutonio che si sono disseminati nell’ambiente. Questi elementi hanno una lunga emivita, così molte zone rimarranno pericolose per secoli, addirittura per migliaia di anni.
Fukushima è stata in gran parte un evento legato alla diffusione del cesio i cui radionuclidi hanno relativamente una breve emivita. La zona radioattiva, in gran parte si decontaminerà naturalmente nel giro di qualche decennio o al massimo entro duecento anni.

L’intervista completa: Link

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Al prossimo articolo.

 

 

 

Pubblicato da Gianluca Doremi

Durante la mia infanzia ho sviluppato e manifestato la passione per il "piccolo mondo" che mi ha portato alla scoperta della natura con l'entusiasmo che solo un bambino può avere. Con l'età adulta ho alimentato ulteriormente questa mia passione implementandola con l'ausilio della fotografia e dei video. Alle immagini ora ho aggiunto lo studio e la ricerca su questo fantastico mondo.

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