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La vespa cartonaia è fisionomista

La vespa cartonaia americana ha evoluto la capacità del riconoscimento facciale.

Questo studio pubblicato due ricercatori dell’Università del Michigan, su  “Science”, ha dimostrato che l’evoluzione di riconoscimento facciale in vespe è associata ad un comportamento sociale.

Secondo Michael Sheehan, che ha condotto lo studio con Elizabeth Tibbetts, le vespe sociali hanno evoluto in modo indipendente meccanismi di apprendimento simili  a quelli dell’uomo e molto specializzati per quel che riguarda i tratti facciali,  nonostante le dimensioni, e la notevole diversità sia dell’apparato visivo che del cervello.

I ricercatori, avevano già dimostrato, tramite altri studi, che le vespe cartonaie americane (Polistes fuscatus) hanno la capacità di  distinguere i singoli individui della propria specie.

Polistes fuscatus - © Howard Cheek - vespa
Polistes fuscatus – © Howard Cheek

Questi studi  hanno  altresì dimostrato una memoria sorprendentemente lunga.  Il  comportamento di queste vespe, infatti,  è fortemente influenzato dalle interazioni sociali avute  con i singoli individui precedentemente.

Questo studio  ha testato la capacità delle vespe cartonaie di imparare a distinguere tra due diverse immagini.

Le tipologie delle immagini comprendevano soggetti diversi come  immagini normali  della testa di vespe cartonaie o modificando le stesse al computer, eliminando alcuni caratteri morfologici, bruchi (di cui sono predatrici), e disegni geometrici.

Associando ad una sola immagine una ricompensa si è potuta verificare  che il riconoscimento del “volto” di altre vespe, della stessa specie, avviene in tempi significativamente più rapidi rispetto alle altre immagini.

Questa capacità  è particolarmente importante per  la Polistes fuscatus,  perché in questa specie più regine istituiscono “nidi” comuni per allevare la prole in modo cooperativo, evitando sprechi di energia in ripetuti scontri aggressivi e favorendo la stabilità della colonia.

Una specie strettamente correlata, la Polistes metricus, che vive in colonie controllate da un’unica regina, non ha sviluppato la capacità di distinguere fra i tratti facciali degli appartenenti alla propria specie.

I risultati ottenuti dimostrano  che il riconoscimento individuale non è prerogativa umana o di alcune specie “superiori” ma  può  essere un diffuso adattamento teso a facilitare compiti comportamentali complessi.

Foto di : Howard Cheek

L’articolo originale: Link

 

Gdoremi





Pubblicato da Gianluca Doremi

Durante la mia infanzia ho sviluppato e manifestato la passione per il "piccolo mondo" che mi ha portato alla scoperta della natura con l'entusiasmo che solo un bambino può avere. Con l'età adulta ho alimentato ulteriormente questa mia passione implementandola con l'ausilio della fotografia e dei video. Alle immagini ora ho aggiunto lo studio e la ricerca su questo fantastico mondo.

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