Nell’odore emesso dal coleottero sono presenti molecole simili a quelle che caratterizzano il profumo di questa famiglia di piante. Ma l’analisi filogenetica dimostra che erano già presenti fin dal periodo Giurassico.
La coevoluzione è pensata per essere un fattore importante nel plasmare le interazioni pianta-impollinatori.
In alternativa, si può pensare che nelle piante si siano evoluti tratti o morfologie preesistenti negli impollinatori.
Si ritiene quindi che il colore e il profumo dei fiori e la loro percezione da parte degli insetti che li impollinano si siano evoluti per effetto di un mutuo adattamento, in virtù di un processo di coevoluzione.
Una ricerca di un gruppo di biologi evoluzionisti dell’Università di Zurigo ha infatti dimostrato che il profumo della famiglia delle Araceae, si è evoluto imitando l’odore di preesistenti coleotteri, in un processo completamente unilaterale.

Questo risultato si è avuto studiando la famiglia delle Araceae e uno dei suoi impollinatori, un coleottero, nel quale sono state scoperte molte molecole di profumo utilizzate per la comunicazione chimica riscontrate anche nelle piante.
Sulla base di una ricostruzione filogenetica, è stato evidenziato che questi profumi erano già presenti negli antenati dei coleotteri moderni, i quali evidentemente fin dal Giurassico usavano questo tipo di odore, o uno molto simile, per trovare cibo e partner per l’accoppiamento.
Tuttavia, a differenza di quanto avviene adesso, i coleotteri arcaici non impollinavano le piante: la prima famiglia di araceae a essere impollinata da coleotteri comparve soltanto circa 40 milioni di anni dopo, a cavallo tra il Cretaceo e il Paleocene. Il mutuo adattamento piante/impollinatori non ha quindi avuto luogo.
Verrebbe così confutata in questo caso l’ipotesi di una coevoluzione tra piante e insetti impollinatori.