Secondo alcuni studi recenti, molte popolazioni di insetti stanno sono in declino dell’1-2% all’anno a causa di molteplici fattori.
La diminuzione delle specie di insetti è stato oggetto di studi di molti ricercatori e 56 di loro hanno firmato un articolo pubblicato su di uno speciale della rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas).

Le diminuzioni di popolazione in corso sono state chiaramente dimostrate per gruppi di organismi meglio studiati.
Le dimensioni e le varietà di specie delle popolazioni dei vertebrati terrestri si sono contratte di un terzo e molti mammiferi hanno registrato una diminuzione della biodiversità di almeno l’80% nell’ultimo secolo.
- Una valutazione del 2019 suggerisce che la metà di tutti gli anfibi è in pericolo (il 2,5% dei quali si è recentemente estinto) .
- Il numero di uccelli in tutto il Nord America è diminuito di 2,9 miliardi dal 1970.
- Le prospettive per le barriere coralline del mondo, oltre la metà di questo secolo, non potrebbero essere più terribili.
- Un rapporto delle Nazioni Unite del 2020 ha stimato che più di un milione di specie sono in pericolo di estinzione nei prossimi decenni
Con più di un milione di specie descritte e una storia evolutiva di oltre 400 milioni di anni, gli insetti potrebbero sembrare destinati a dominare incontrastati sul Pianeta, eppure non è così.
Gli esperti lo spiegano descrivendo il declino degli insetti da tre punti di vista diversi: la biomassa, l’abbondanza e il numero di specie.
I dati indicano che molte popolazioni di insetti si stanno riducendo dell’1-2% all’anno, un trend allarmante se considerato sulla scala dei decenni.
Un articolo evidenzia come questo calo vada di pari passo con l’aumento costante della popolazione umana, che attualmente conta 7,8 miliardi di persone e sta portando all’estremo lo sfruttamento delle terre arabili per uso agricolo.
Due articoli in particolare parlano dei lepidotteri dell’ecozona neotropicale, che nonostante la poca o assente antropizzazione rilevano una forte diminuzione.
Molti dei declini delle farfalle in Europa sembrano essere direttamente collegati ai cambiamenti nelle pratiche agricole, con il tasso di perdita che accelera dopo la seconda guerra mondiale, quando le fattorie familiari iniziarono ad amalgamarsi in operazioni commerciali più grandi, trattori moderni e attrezzature meccanizzate furono impiegati per accelerare l’industrializzazione dell’agricoltura, gli insetticidi divennero ampiamente disponibili e fertilizzanti sintetici potevano essere prodotti e applicati in volumi prodigiosi .
Questo probabilmente è un avvertimento di quanto i cambiamenti climatici stiano influenzando le foreste tropicali dove la biodiversità e la quantità degli insetti e maggiore.
Sappiamo benissimo che gli insetti sono fondamentali per tutti gli ecosistemi, come prede, come impollinatori, come “riciclatori”, e questi sono solo alcuni aspetti.
Numerose prove dimostrano che i principali fattori di stress – cambiamento dell’uso del suolo (in particolare deforestazione), cambiamento climatico, agricoltura, specie introdotte, nitrificazione e inquinamento – alla base del declino degli insetti sono quelli che colpiscono anche altri organismi.

A livello locale e regionale, gli insetti sono sfidati da ulteriori fattori di stress, come insetticidi, erbicidi, urbanizzazione e inquinamento luminoso.
Nelle aree ad alta attività umana, dove il declino degli insetti è più evidente, si verificano contemporaneamente più fattori di stress.
Rimane una considerevole incertezza sull’importanza relativa di questi fattori di stress, sulle loro interazioni e sulle variazioni temporali e spaziali della loro intensità.
Ma cosa possiamo fare per impedire questo declino ?
Alla luce dell’importanza degli insetti per l’esistenza umana e della terra è fondamentale che le persone imparino come possono agire, sottolineano gli autori dell’articolo individuando otto semplici azioni che possono creare ambienti favorevoli agli insetti e sensibilizzare l’opinione pubblica.
1. Convertire i prati ed aree a sfruttamento agricolo in diversi habitat naturali.
2. Coltivare piante autoctone.
3. Ridurre l’uso di pesticidi ed erbicidi.
4. Limitare l’uso dell’illuminazione esterna.
5. Ridurre il deflusso di sapone dal lavaggio dei veicoli e dagli esterni degli edifici e ridurre l’uso di sigillanti per vialetti e sali antigelo.
6. Contrasta le percezioni negative degli insetti. Aumentare la consapevolezza e l’apprezzamento degli insetti.
7. Diventa un educatore, ambasciatore e sostenitore della conservazione degli insetti.
8. Partecipa alla politica locale, sostieni la scienza e vota aiutando le politiche di conservazione degli habitat.
Tutti gli 11 discorsi sono stati registrati e sono disponibili sul sito web della Entomological Society of America, https://www.entsoc.org/insect-decline-anthropocene .
Al prossimo articolo.
Farfalle e falene della pianura Friulano-Veneta
Affiliazioni
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Guida delle farfalle d’Europa e Nord Africa. Ediz. illustrata
Articolo assai incisivo e ben documentato, che fa capire come l’impatto umano sugli habitat naturali possa provocare gravi conseguenze. Molto utili i consigli finali, che possono farci cambiare rotta, in modo pratico e concreto. Per quanto mi riguarda, abito in campagna, presso un piccolo paese del Casertano. Ogni anno ad inizio maggio, mi soffermo con mia moglie incantato ad osservare le lucciole, uno spettacolo favoloso e indicatore di ambiente ancora in buona salute.